Free Churro
Bojack Horseman, 2018
La puntata è incentrata sull’orazione che Bojack pronuncia al funerale della madre, evento per il quale si è ironicamente guadagnato un churro gratis.
In questo toccante monologo, Bojack si trova a fare congetture sul senso dell’ultima frase pronunciata dalla madre: “I see you”.
Per prima cosa pensa che, solo in punto di morte, finalmente sia riuscita a vederlo davvero! Poi si ricrede e pensa che potesse essere un “io ti vedo” del tipo “io ti conosco, so come sei fatto e non mi puoi fregare” oppure un banalissimo “ti vedo in quanto oggetto che sta di fronte a me”.
Si chiede inoltre se lo sguardo della madre, rivolto poco oltre di lui, non posasse – dato il suo stato confusionale – sul fantasma del padre di Bojack. Butterscotch Horseman era morto dieci anni prima per una sfida a duello. Per tutta la vita si era occupato della stesura di un romanzo che nessuno ha voluto né pubblicare, né recensire, se non in senso negativo. Egli decise quindi di sfidare a duello chiunque non fosse stato in grado di cogliere la profondità della sua opera. Possiamo dire che il suo desiderio di essere visto era diventato così esasperante da essergli letale?
In questa direzione, l’intero elogio funebre sembra affrontare, tra i tanti temi, quello del naufragio del desiderio di essere visti. Sebbene la necessità di ritrovarsi nello sguardo dell’altro sia non solo normale, bensì necessaria, il cartone mostra che quando questo bisogno affettivo non trova risposta, rischia di esasperarsi.
Di qui la necessità, da parte di Bojack, di trovare possibilità riparative nella carriera di attore televisivo che, almeno nei primi tempi, gli ha conferito grande visibilità, salvo poi ritrovarlo in una laconico vuoto esistenziale verso l’autodistruttività.
Questa ricerca inesaudita sembra delinearsi a livello transgenerazionale, come un eterno ritorno dell’uguale: in fondo anche la madre, nel desiderio che venisse lasciata aperta la bara durante il funerale, stava forse comunicando la necessità di un riconoscimento.
In quest’ultimo saluto sembra rimbombare, tra gli scherni e le provocazioni (finisce col pensare che la madre stesse semplicemente leggendo il cartello I.C.U. intensive care unit), la richiesta di Bojack, rimasta sospesa, ma immutata nel corso degli anni, di una convalida narcisistica vitale.
La puntata è incentrata sull’orazione che Bojack pronuncia al funerale della madre, evento per il quale si è ironicamente guadagnato un churro gratis.
In questo toccante monologo, Bojack si trova a fare congetture sul senso dell’ultima frase pronunciata dalla madre: “I see you”.
Per prima cosa pensa che, solo in punto di morte, finalmente sia riuscita a vederlo davvero! Poi si ricrede e pensa che potesse essere un “io ti vedo” del tipo “io ti conosco, so come sei fatto e non mi puoi fregare” oppure un banalissimo “ti vedo in quanto oggetto che sta di fronte a me”.
Si chiede inoltre se lo sguardo della madre, rivolto poco oltre di lui, non posasse – dato il suo stato confusionale – sul fantasma del padre di Bojack. Butterscotch Horseman era morto dieci anni prima per una sfida a duello. Per tutta la vita si era occupato della stesura di un romanzo che nessuno ha voluto né pubblicare, né recensire, se non in senso negativo. Egli decise quindi di sfidare a duello chiunque non fosse stato in grado di cogliere la profondità della sua opera. Possiamo dire che il suo desiderio di essere visto era diventato così esasperante da essergli letale?
In questa direzione, l’intero elogio funebre sembra affrontare, tra i tanti temi, quello del naufragio del desiderio di essere visti. Sebbene la necessità di ritrovarsi nello sguardo dell’altro sia non solo normale, bensì necessaria, il cartone mostra che quando questo bisogno affettivo non trova risposta, rischia di esasperarsi.
Di qui la necessità, da parte di Bojack, di trovare possibilità riparative nella carriera di attore televisivo che, almeno nei primi tempi, gli ha conferito grande visibilità, salvo poi ritrovarlo in una laconico vuoto esistenziale verso l’autodistruttività.
Questa ricerca inesaudita sembra delinearsi a livello transgenerazionale, come un eterno ritorno dell’uguale: in fondo anche la madre, nel desiderio che venisse lasciata aperta la bara durante il funerale, stava forse comunicando la necessità di un riconoscimento.
In quest’ultimo saluto sembra rimbombare, tra gli scherni e le provocazioni (finisce col pensare che la madre stesse semplicemente leggendo il cartello I.C.U. intensive care unit), la richiesta di Bojack, rimasta sospesa, ma immutata nel corso degli anni, di una convalida narcisistica vitale.
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