Le Onde del Destino
Lars von Trier, 1996
La vicenda è ambientata agli inizi degli anni ‘70, in una piccola comunità scozzese di zelante fede calvinista. Bess è una donna emotivamente fragile che vive con una madre severa e rifiutante, con il nonno taciturno e con la giovane vedova del fratello.
La recente morte del fratello, precipita Bess in una disperazione così profonda da rendere necessaria un’ospedalizzazione psichiatrica. Il suo tormento sembra placarsi quando si innamora di Jan, un operaio ateo, con il quale vive un’intensa e passionale storia d’amore. I due si sposano, ma quando Jan deve allontanarsi per tornare sulla piattaforma petrolifera, Bess vive il distacco quasi come la perdita di una parte vitale di sè. La forte risonanza di questi vissuti sembrano riattualizzare il dramma della scomparsa del fratello, tanto da farle vivere questa separazione come un lutto. Per sostenere meglio il distacco, Bess va in chiesa e parla con Dio pregandolo di far ritornare Jan.
Ma Jan torna a casa paralizzato e impotente, innescando in Bess la sensazione di esserne la causa, per via della sua brama peccaminosa. Bess rintraccia così dentro di sé la causa dell’incidente. Possiamo pensare che l’influenza esercitata da una sentita etica calvinista, l’abbia persuasa a colpevolizzarsi per il suo ardente desiderio affettivo, restituendole però un senso di controllo su una realtà altrimenti in balia del caso. Proprio su questo senso di colpa si appoggia un sofferto percorso di espiazione, in cui Bess viene spinta da Jan ad avere rapporti sessuali con altri uomini.
Tra le possibili letture, il film mette in luce il tema della dipendenza affettiva che spinge chi ne soffre a qualsiasi genere di condotta spiacevole, nel tentativo di conservare la relazione (reale, ma più spesso idealizzata) e allontanare il pericolo dell’abbandono.
Bess infatti decide di soddisfare le richieste del marito e si cimenta in esperienze sessuali degradanti e perverse credendo che la sua promiscuità fosse il sacrificio da scontare per la guarigione del marito, seppure al prezzo della disapprovazione di Dio, di sua madre e dell’intera comunità. Il piacere di Bess, rivela un tono sacrificale che la avvicina alla figura di Maria Maddalena, pur sconfinando in un delirio dai contorni megalomanici.
Il titolo originale sembra suggerire che le onde si scontrano contro la costa della cittadina, contro la piattaforma dove lavorava Jan, contro la nave dove si consumerà la scelta drammatica di Bess e, infine, contro lo scoglio/pietra come simbolo biblico del peccato e dello scandalo da lei inscenato agli occhi della comunità.
La vicenda è ambientata agli inizi degli anni ‘70, in una piccola comunità scozzese di zelante fede calvinista. Bess è una donna emotivamente fragile che vive con una madre severa e rifiutante, con il nonno taciturno e con la giovane vedova del fratello.
La recente morte del fratello, precipita Bess in una disperazione così profonda da rendere necessaria un’ospedalizzazione psichiatrica. Il suo tormento sembra placarsi quando si innamora di Jan, un operaio ateo, con il quale vive un’intensa e passionale storia d’amore. I due si sposano, ma quando Jan deve allontanarsi per tornare sulla piattaforma petrolifera, Bess vive il distacco quasi come la perdita di una parte vitale di sè. La forte risonanza di questi vissuti sembrano riattualizzare il dramma della scomparsa del fratello, tanto da farle vivere questa separazione come un lutto. Per sostenere meglio il distacco, Bess va in chiesa e parla con Dio pregandolo di far ritornare Jan.
Ma Jan torna a casa paralizzato e impotente, innescando in Bess la sensazione di esserne la causa, per via della sua brama peccaminosa. Bess rintraccia così dentro di sé la causa dell’incidente. Possiamo pensare che l’influenza esercitata da una sentita etica calvinista, l’abbia persuasa a colpevolizzarsi per il suo ardente desiderio affettivo, restituendole però un senso di controllo su una realtà altrimenti in balia del caso. Proprio su questo senso di colpa si appoggia un sofferto percorso di espiazione, in cui Bess viene spinta da Jan ad avere rapporti sessuali con altri uomini.
Tra le possibili letture, il film mette in luce il tema della dipendenza affettiva che spinge chi ne soffre a qualsiasi genere di condotta spiacevole, nel tentativo di conservare la relazione (reale, ma più spesso idealizzata) e allontanare il pericolo dell’abbandono.
Bess infatti decide di soddisfare le richieste del marito e si cimenta in esperienze sessuali degradanti e perverse credendo che la sua promiscuità fosse il sacrificio da scontare per la guarigione del marito, seppure al prezzo della disapprovazione di Dio, di sua madre e dell’intera comunità. Il piacere di Bess, rivela un tono sacrificale che la avvicina alla figura di Maria Maddalena, pur sconfinando in un delirio dai contorni megalomanici.
Il titolo originale sembra suggerire che le onde si scontrano contro la costa della cittadina, contro la piattaforma dove lavorava Jan, contro la nave dove si consumerà la scelta drammatica di Bess e, infine, contro lo scoglio/pietra come simbolo biblico del peccato e dello scandalo da lei inscenato agli occhi della comunità.
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